Originariamente una cantante folk tradizionale (con una voce così pura da rompere un bicchiere di cristallo e un’intensa bellezza), fu la beniamina degli intellettuali di sinistra negli Stati Uniti, affermandosi negli anni ’60 come la cantante più importante e più polemica.

Nata a New York il 9 gennaio 1941 da padre messicano, medico, e da una insegnante di letteratura inglese scozzese (i nonni erano stati ministri di culto), passò la gioventù muovendosi da un università all’altra. Ancora giovanissima fece le prime esperienze cantando in cori locali e imparò a suonare la chitarra a Boston, Massachusetts, cominciando poi a esibirsi al Club 47 di Cambridge Mass. L’enorme successo al festival folk di Newport nel 1959 le portò immediatamente una notorietà nazionale. Nel 1960 registrò Joan Baez, un album di materiale folk tradizionale che includeva diverse ballate scozzesi. L’album ebbe un successo senza precedenti ed entrò in classifica in USA sia in Gran Bretagna. I primi concerti regolari le portarono un seguito immediato, e la sua popolarità era destinata a uscire velocemente dai ristretti confini della scena folk.

Joan Baez Vol. II e In Concert Volumi I e II, che rafforzarono la sua fama, seguirono a distanza di un anno l’uno dall’altro, seguendo la semplice e collaudata formula delle canzoni tradizionali cantate in modo libero, con un accompagnamento essenziale. Joan Baez In Concert includeva We Shall Overcome, una canzone che finì con l’identificarsi con lei e che venne presa come canzone di protesta adatta a ogni scopo in tutto l’emisfero occidentale. Fu una prima indicazione della nascente consapevolezza politica della Baez venne cantata da lei in una serie di marce per i diritti civili, molto seguite dalla stampa, che culminarono nella marcia della libertà su Washington nel 1963.

Durante questo periodo Joan Baez vicina al giovane Dylan e lo aiutò a raggiungere un vasto pubblico presentandolo regolarmente nei suoi concerti. Dylan scrisse le note di copertina di Joan Baez In Concert Vol. II. Dal ’63 al ’65 furono sempre insieme, legati dall’amore e sempre in compagnia uno dell’altro. Verso la fine del ’65 la loro unione finì, Joan piantò in asso Dylan, in una scena documentata dal film Don’t Look Back”. Poco dopo Dylan scrisse Vision Of Johanna, probabilmente dedicata a lei, dieci anni dopo in Diamonds and Rust Joan ripensava alla loro storia.

Da Joan Baez 5 in poi cominciò a includere nei suoi album sempre più materiale di autori contemporanei e specialmente dello stesso Dylan. Any Day Now in particolare, fu un album doppio tutto dedicato a canzoni di Bob Dylan.

Di tutti coloro che furono coinvolti nella canzone di protesta nei primi anni ’60, la Baez fu quella che dimostrò più chiaramente il suo impegno crescente; la politica divenne l’aspetto più importante della sua vita e, nel 1964, fu tra gli agitatori “esterni” che vennero denunciati dalla polizia per le dimostrazioni all’università di Berkeley. Era una pacifista molto attiva. Nel 1966 a Carmel Valley fondò un istituto per gli studi sulla nonviolenza e si rifiutò di pagare al governo americano le tasse che sarebbero servite a finanziare la guerra nel Vietnam. Divenne un simbolo nazionale della disubbidienza, conoscendo anche una vasta impopolarità, fatta di astio e di disprezzo.

Nel ’68 diede alle stampe la sua autobiografia “Daybreak” e anche un libro di poesie; sposò uno studente, leader del movimento di protesta. David Harris, ventiduenne cinque anni più giovane di lei. David andò in prigione per renitenza alla leva nel 1969 e in quel periodo vennero pubblicati David’s Album e One Day At a Time.

Nel 1970 il film “Carry it on” parlava del matrimonio e delle attività politiche di Joan, significativo il fatto che nel film ci fossero solo poche canzoni. Nel ’71 la Baez annunciò che il suo matrimonio era finito; da quell’unione era nato un bambino di nome Gabriel.

Blessed Are…, Carry it On e Come From The Shadow contenevano parecchio materiale originale, composto in parte dalla stessa Baez e in parte da sua sorella, Mimi Farina. L’impegno più alto raggiunto dai suoi dischi fu Where Are You Now, My Son?, il suo lato B era una registrazione-documento realizzata ad Hanoi durante un bombardamento americano. Gracias A La Vida era tutto in spagnolo, quasi una rivincita su quello che, da bambina, era stato per lei un grande dispiacere: non sapere parlare spagnolo.

Joan Baez fece poi quello che possiamo chiamare un voltafaccia, dichiarando che era molto tempo che aveva voglia di fare musica per amore della musica e che, comunque aveva bisogno di denaro. Diamonds And Rust fu il suo primo album commerciale: un ottimo album, piacevolissimo con alcune fra le sue migliori composizioni e con materiale di Jackson Browne e Stevie Wonder. Per la prima volta usò un gruppo elettrico con ottimi risultati. Diamonds And Rust, che fu il suo più grosso successo commerciale sembrò ridare carica alla carriera della Baez, senza di fatto intaccare i principi cui è sempre rimasta legata.

Dan Ferguson chitarra, Larry Carlton Chitarra, James Jamerson basso e Jim Gordon batteria. From Every Stage è un album doppio registrato durante questo tour. Ritornata a nuova vita la cantante ha avuto una parte molto importante nella Rolling Thunder Revue di Bob Dylan.

(Tratto dall’Enciclopedia del Rock di Nick Logan e Bob Woffinden)

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