Un Viaggio nelle Note dell’Anima con Eliza G

Intricato tra le sinfonie dell’eclettismo e l’essenza inebriante delle emozioni, il mondo musicale di Eliza G è un luogo dove le melodie si intrecciano con le storie di vita, creando un’esperienza sonora che risuona nell’anima. Questa intervista ci conduce attraverso i meandri della carriera di una cantante italiana, un viaggio affascinante attraverso generi musicali che si fondono come i colori di un dipinto vibrante.

Eliza G emerge come un’artista senza confini, un’anima curiosa che ha esplorato il rock, il pop, l’acustico, il funky, la dance, e l’elettronica. La sua musica, come un caleidoscopio di esperienze, riflette il suo viaggio musicale intrapreso fin da giovanissima. La ricerca costante di melodia, aperta e eterea, diviene il filo conduttore che connette i cuori degli ascoltatori a una bellezza che va oltre il tempo e lo spazio.

Nell’intervista, Eliza G si apre con onestà sulla realtà che le donne affrontano nell’industria musicale. Con una determinazione audace e una pelle dura che resiste alle tempeste, ci conduce attraverso il suo percorso, offrendoci uno sguardo intimo sulle sfide e le vittorie di una donna che abbraccia la sua indipendenza e competenza con fierezza.

Attraverso il racconto del processo creativo di “The Other Half Of Me“, una canzone che ha attraversato metamorfosi linguistiche e melodiche, Eliza G ci invita nel cuore della sua arte. Una ballad che palpita con forza emotiva, diventa un esempio tangibile di come la musica possa trascendere confini linguistici, diventando un linguaggio universale di emozioni condivise.

La sua musica è un viaggio, un ponte tra il personale e l’universale, un riflesso delle esperienze di vita che toccano le corde più intime dei suoi ascoltatori. Con una sincerità che irradia autenticità, Eliza G vuole che la sua musica sia più di una colonna sonora; desidera che sia un compagno, un confidente, un rifugio per chi cerca verità e connessione.

In questo dialogo appassionato, Eliza G svela la sua evoluzione artistica, la sua voglia di sperimentare nuovi territori e il desiderio di condividere la sua arte con il mondo. Oltre la carriera professionale, scopriamo una donna che vive e respira musica, un’anima che lotta e ama nella sinfonia della vita.

Accompagnateci in questo viaggio, immergetevi nelle parole e nelle melodie di Eliza G, e scoprite il potere trasformativo della musica che abbraccia l’anima e illumina il cammino dell’arte e della vita stessa.

INTERVISTA:

1. Quali sono le principali fonti di ispirazione per la tua musica e il tuo stile unico?

Non ho una fonte d’ispirazione ben definita, diciamo che da quando ho iniziato a fare musica da ragazzina, ho potuto sperimentare tanti generi musicali che mi hanno arricchito di influenze di ogni genere: ho iniziato con il rock per poi passare al pop, all’acustico, al funky, spaziando infine con la dance e l’elettronica. Sono sempre stata molto curiosa e lo sono tutt’ora. Credo sia fondamentale tenere vivo l’interesse in tanti campi, musicali e non, per poter creare il proprio stile! Tra tutte cose, credo che l’elemento caratterizzante sia la costante ricerca di melodia, mi piacciono quelle aperte, eteree, che ti fanno viaggiare con la mente… Perché la musica in fine dei conti dev’essere un bel viaggio che ti lascia qualcosa dentro, no?

2. Come affronti la pressione e le sfide nell’industria musicale, specialmente per una donna?

Ci ho fatto il callo, mi sono creata una bella pelle dura che resiste a tutti gli attacchi ed intemperie! Per una donna è un casino… per una donna indipendente, competente, che canta e scrive, che ha un’opinione, che non si piega al miglior offerente, che sa quanto vale ed è sicura di quello che dice e pensa, è un casino doppio. E parlo non solo di me stessa ma di tutte le donne del mio settore, è una continua corsa ad ostacoli e a perdifiato, è un giudizio continuo sul tuo aspetto fisico, sui tuoi capelli, sulla tua età (ormai in Italia a 20 anni per la discografia sei vecchio, figurati a 40), parametri che per gli uomini vengono “alleggeriti”. Vi dirò, io me ne frego. All’estero onestamente non ho mai avuto di questi problemi, magari son stata fortunata ma sono sempre e solo stata “soppesata” per le mie competenze, fine. C’è un altro approccio e mi piace molto.

3. Puoi raccontarci il processo creativo dietro una delle tue canzoni più significative?

Ti parlo di The Other Half Of Me, canzone che amo in maniera viscerale in ogni sua nota, armonia e parola. Scritta da principio con Valerio Carboni (Nek, Masini, Amoroso, ecc) e Giuseppe Anastasi (Arisa, Marrone, Bravi, ecc), l’ho portata alla selezione nazionale per l’Eurovision in Romania. Il pezzo è una ballad con aperture power sugli incisi, un crescendo fino al finale, pieno ed avvolgente, prodotta da Saintpaul e Carboni. Dico “scritta da principio” perché nel corso della sua storia, il testo ha cambiato la sua veste più volte… é nata totalmente in italiano ma poi, abbiamo deciso di farne una versione in inglese così, mi sono messa all’opera con il produttore ed editore londinese Mike Connaris e ne abbiamo fatto un primo adattamento. Ovviamente anche la melodia vocale si è adattata un po’ alla nuova lingua con qualche cambiamento… abbiamo poi scoperto che lasciare le strofe in italiano e gli incisi in inglese funzionava molto bene e quindi, un po’ ironicamente, è veramente diventata metà in italiano e metà in inglese, ricalcando il titolo “The Other Half Of Me”. Tutt’ora coesistono 3 versioni complete di cui 2 non sono state pubblicate, l’intera in italiano e l’intera in inglese! Un giorno… chissà!

4. Qual è il messaggio o la storia che desideri trasmettere attraverso la tua musica?

Nelle mie canzoni parlo di esperienze di vita, mie e non, di emozioni vissute o che ci piacerebbe vivere, di luoghi nei quali rifugiarsi, di “operazioni a cuore aperto” dove spesso i sentimenti vengono descritti per come sono, nudi e crudi, senza addolcire la pillola. Desidero che i miei ascoltatori possano riconoscersi nella verità, possano sentirsi capiti e che facciano loro i miei testi e le storie che racconto in maniera più o meno leggera. Vorrei che sentissero la musica come la sento io, un luogo senza spazio ne tempo in cui essere chi si è e come si vuole, dove le storie raccontate diventano di tutti.

5. Come vedi l’evoluzione della tua arte nel corso degli anni e quali cambiamenti hai intenzione di apportare

nel futuro?

Di sicuro non mi sono annoiata! :) Ho sperimentato un sacco di generi e viaggiato tantissimo e questo credo abbia influenzato molto anche il mio modo di vedere la musica e di cantare. Anche la mia voce è cambiata, si è arrotondata, è diventata più calda e consapevole, ma questa è magari una sensazione mia e personale. Ci sono un sacco di cose che mi piacerebbero provare, la recitazione ad esempio, ho scoperto di essermi divertita molto nei panni di Shakira a Fake Show su Rai2, lo scorso ottobre. Mi piacerebbe tantissimo anche fare radio tanto che mi sono creata una sorta di piccolo podcast video sui miei social dove racconto pillole di musica e poi canto il brano e sta piacendo molto. Musicalmente poi sono sempre in evoluzione, proseguo il mio percorso dell’elettronica/pop/dance ma, come successo in passato, non mi privo di alcuna esperienza valida anche in altri generi. Il mio sogno poi, sarebbe l’Eurovision! Mai dire mai nella vita!

6. Qual è il tuo approccio alla collaborazione con altri artisti e produttori musicali?

Mi piace il lavoro di squadra, è fondamentale, tanto che nel corso degli anni mi sono creata non un team di lavoro ma una famiglia che mi circonda di collaboratori e musicisti con i quali interagiamo e lavoriamo da anni in maniera serena, onesta e propositiva. Credo sia indispensabile ed una grande fortuna trovare l’equilibrio tra tutto e tutti ed accolgo a braccia aperte chiunque sposi la nostra filosofia di lavoro paritario, rilassato e positivo. Non mi sono mai piaciute le imposizioni, le scale gerarchiche, nel lavoro creativo sarebbero una gabbia, una costrizione che porterebbe a poco di buono.

7. Come ritieni che la tua identità personale influenzi la tua musica e la tua presenza sul palco?

Sul palco, nella mia musica sono io, sono me stessa al 100%. Non ci sono artefatti, io sono così, nella vita di tutti i giorni come in pubblico quando canto o parlo con le persone. Nei panni di qualcosa che non sono, non sarei capace di rimanerci per più di 5 minuti. Quindi la mia identità personale è esattamente quella che vedi sul palco! Mi piace divertirmi, mi piace ridere di gusto, mangiare, viaggiare, stare con le persone e credo che questo si rifletta molto nella Eliza “artista”. È qualcosa di cui vado molto fiera!

8. Qual è il ruolo della musica nella tua vita, oltre alla carriera professionale?

È la mia più grande passione ma anche il mio più grande tormento! Per rilassarmi non ascolto musica, so che può sembrare strano ma preferisco il silenzio o guardare film e serie tv, fare sport, viaggiare. La musica occupa il 99% della mia quotidianità e spesso la mia testa la associa al lavoro, perciò per me staccare significa anche non ascoltare nulla! Di controparte senza musica non potrei stare, quindi è una bella lotta :)

9. Come gestisci le aspettative del pubblico rispetto alle tue esibizioni e alle tue nuove produzioni?

Non le gestisco, semplice. Se dovessi scrivere, comporre, cantare ed esibirmi concentrandomi troppo sulle reazioni o i giudizi del pubblico, so che la vivrei male, che non avrei l’obiettività di creare qualcosa di qualità e che piaccia a me e che mi emozioni. Parto sempre da me stessa, mi concentro su ciò che vorrei sentire io da me e mi faccio un sacco di autocritica. Prima di tutto devo crederci io, altrimenti come fai a “convincere” gli altri se sei la prima a non crederci?

10. In che modo credi che la tua musica possa influenzare positivamente la società o affrontare temi

importanti?

Tratto qualsiasi cosa con la delicatezza ma verità che merita. Qualsiasi tema, dall’amore finito, al senso di colpa, alla gioia e alla spensieratezza. Sono appassionata e mi infervoro per ciò che vale la pena e credo che le persone in generale dovrebbero appassionarsi ed infervorarsi un po’ di più per ciò che vale la pena di vivere. Vedo intorno a me tanto grigio e piattume, pochezza d’animo e vuoto. Vorrei trasmettere un po’ di quel colore, calore e passione che ho dentro dando la speranza che no, non è troppo tardi né tutto finito come molti pensano e predicano.

Conclusione:Un Applauso di Riconoscenza a Eliza G

In questo viaggio attraverso le note e le parole di Eliza G, abbiamo avuto il privilegio di immergerci nell’anima di un’artista straordinaria, una donna che trasforma emozioni in melodie incantevoli. In un mondo musicale spesso riservato e enigmatico, Eliza G si è aperta con generosità, condividendo la sua storia, la sua passione e la sua arte.

Il nostro cuore si riempie di gratitudine per Eliza G, poiché sappiamo che nel mondo vertiginoso e affascinante della musica, non è sempre facile avvicinare gli artisti di calibro. La sua disponibilità a condividere le sfumature del suo percorso, a svelare i segreti creativi dietro le sue canzoni e a parlare apertamente delle sfide dell’industria musicale è un dono prezioso per tutti noi appassionati.

Ci inchiniamo alla sua autenticità, alla sua forza e alla sua dedizione all’arte. Attraverso questa intervista, Eliza G ha aperto finestre nelle quali abbiamo potuto scorgere il cuore pulsante della sua musica. Riconosciamo il valore di questa conversazione, un ponte tra l’artista e i suoi ammiratori, e ci sentiamo arricchiti dalla sua sincerità e dalla sua arte coinvolgente.

Concludiamo con un caloroso ringraziamento a Eliza G, augurandole un cammino musicale sempre più ricco di successi e di meraviglie sonore. Che la sua musica continui a ispirare e ad illuminare il nostro mondo, come ha fatto in questa straordinaria conversazione. Grazie, Eliza G, per averci aperto le porte della tua creatività e del tuo cuore musicale.

SoundinBlood®

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